Virgilio e Palazzo Donn’Anna, il Munaciello e il Diavolo di Mergellina, il Cristo velato e altre storie: quindici racconti che ripercorrono luoghi, personaggi ed episodi napoletani, senza rinunciare all’amabile capacità di credere ancora al meraviglioso e al fantastico. Lo sguardo curioso e appassionato di Matilde Serao sconfina nella mitologia, insegue...
Con splendide illustrazioni a colori e ingegnosi elementi interattivi progettati dal pluripremiato studio MinaLima, questa straordinaria edizione del terzo libro della saga di Harry Potter stupirà e incanterà i lettori di tutte le età. Per dodici lunghi anni, la spaventosa fortezza di Azkaban ha racchiuso un famigerato prigioniero chiamato Sirius Black....
In un flusso di emozioni che attingono dalla malinconia, dal sorriso, dall’onirico e dalla realtà asciutta e tagliente, Ersilia Saffiotti riavvolge le sue proprie storie di donna alla ricerca di sé,
del proprio angelo custode, scugnizzo come lei, e della sua napoletanità impastata di carne e di levità. La vita irrompe attraverso Màriam, riconosciuta in...
Il giardino è il luogo dove l`uomo cerca di ritrovare il paradiso terrestre, l`armonia perduta con la natura. Non a caso paradiso, in molte culture, è sinonimo di giardino e nelle descrizioni di tutti i tempi questo termine evoca la bellezza e il fascino di un luogo. Il giardino è un frammento del mondo, dove il committente riflette la sua personalità, i...
Nel 2025, Napoli celebra il suo straordinario 2500° anniversario, un traguardo che testimonia secoli di storia, cultura e leggende che continuano a plasmare l’identità della città.
Questo esclusivo mazzo di tarocchi rende omaggio a Napoli, intrecciando gli arcani maggiori con i volti e le storie di chi ha segnato il suo cammino. Ogni carta è dedicata a un...
SI CUCINE CUMME VOGLI`I`... LA CUCINA POVERA DI EDUARDO DE FILIPPO RACCONTATA DALLA MOGLIE ISABELLA
9788867534425
LIB 1872566
QUARANTOTTI DE FILIPPO ISABELLA
GUIDO TOMMASI EDITORE-DATANOVA
PAROLE IN PENTOLA
“I versi di Si cucine cumme vogl‘i‘, Eduardo cominciò a scriverli molto tempo fa, a metà degli anni sessanta. In genere gli piaceva leggere, a me e a qualche amico, poesie e commedie man mano che le andava buttando giù, e chi era stato scelto come ascoltatore veniva conquistato dal suo humor e profondità di pensiero e anche dalla sua voce incomparabile e dalla teatralità della lettura.” Eppure, questo poemetto gastronomico, la moglie Isabella non lo conosceva. Gliene parlava spesso, per lui era un lavoro faticoso: “Non è un libro di cucina con le ricette”, diceva, “perciò è difficile”. L’ha letto dopo la sua morte e le è sembrato affascinante tanto da pensare di farne lo spunto per descrivere i piatti preferiti dal grande commediografo, la cucina povera che tanto amava. “Le quartine elencano pietanze conosciute e amate fin dall’infanzia e come per magia riescono a renderne lo spirito antico e misterioso.” Dalla ricostruzione delle ricette e dal racconto della moglie Isabella esce un ritratto poco noto di Eduardo, “un lato assai simpatico della sua personalità: allegro, creativo, solare. Era, sì, goloso, ma senza sfrenatezza. Non dimenticava mai di essere nato povero. Nel suo modo di cucinare e in quello di mangiare sia in solitudine che in compagnia non c’era niente di sciatto o casuale, al contrario sottintendeva un rituale puntiglioso attraverso cui cercare di creare un’armonia di sapori primigeni in cucina, e a tavola una comunione di piacere nell’atto vitale di sostentarsi.”
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“I versi di Si cucine cumme vogl‘i‘, Eduardo cominciò a scriverli molto tempo fa, a metà degli anni sessanta. In genere gli piaceva leggere, a me e a qualche amico, poesie e commedie man mano che le andava buttando giù, e chi era stato scelto come ascoltatore veniva conquistato dal suo humor e profondità di pensiero e anche dalla sua voce incomparabile e dalla teatralità della lettura.” Eppure, questo poemetto gastronomico, la moglie Isabella non lo conosceva. Gliene parlava spesso, per lui era un lavoro faticoso: “Non è un libro di cucina con le ricette”, diceva, “perciò è difficile”. L’ha letto dopo la sua morte e le è sembrato affascinante tanto da pensare di farne lo spunto per descrivere i piatti preferiti dal grande commediografo, la cucina povera che tanto amava. “Le quartine elencano pietanze conosciute e amate fin dall’infanzia e come per magia riescono a renderne lo spirito antico e misterioso.” Dalla ricostruzione delle ricette e dal racconto della moglie Isabella esce un ritratto poco noto di Eduardo, “un lato assai simpatico della sua personalità: allegro, creativo, solare. Era, sì, goloso, ma senza sfrenatezza. Non dimenticava mai di essere nato povero. Nel suo modo di cucinare e in quello di mangiare sia in solitudine che in compagnia non c’era niente di sciatto o casuale, al contrario sottintendeva un rituale puntiglioso attraverso cui cercare di creare un’armonia di sapori primigeni in cucina, e a tavola una comunione di piacere nell’atto vitale di sostentarsi.”
"Il genio creativo di Vanvitelli viene raccontato al grande pubblico dalla mostra Visioni. Non a caso una mostra fotografica: l`inquadratura è protagonista nell`opera vanvitelliana". [Tiziana Maffei, Direttore della Reggia di Caserta] "Visioni racconta l`opera, il genio creativo e l`ingegno illuminato di Luigi Vanvitelli attraverso gli sguardi di Luciano...
Ora gioiosa, ora malinconica, libera, solare, Daphne sorge dalle acque notturne dell`Averno infernale e giunge a Giannatale come un dono vesuviano che lui non aspettava più. E sotto i passi danzanti della giovane archeologa, tutta la polvere del passato, tutte le pesantezze del quotidiano volano via come per incanto, nella sublime armonia che gli amanti...
Elena Angri (1821-1886) fu una grande donna, nella vita e sulle scene, e con la sua potente voce si esibì in ruoli maschili e femminili passando dal registro di contralto a quello di soprano e finanche a quello di baritono con la più grande facilità, sicurezza, bravura, e senz’alcuno sforzo. Portò nei teatri del mondo l’ineguagliabile e perfetta classica...
Tra scaffali polverosi e richieste improbabili, Pasquale Langella raccoglie le frasi più curiose, divertenti e spesso assurde che un piccolo libraio si sente rivolgere ogni giorno. C’è chi cerca “quel libro con la copertina blu”, chi confonde titoli e autori in modi esilaranti, chi entra per un romanzo e finisce a parlare di vita, amore e filosofia...
« Dopo il successo di Club Godo – Una cartografia del piacere, mi è sembrato naturale creare un set di carte da usare come ‘spunti di dialogo’ per integrare il mio metodo e rendere la vostra esperienza ancora più completa a livello spirituale. » Jüne Plã
Nella coppia la comunicazione è tutto! Con queste carte, potrete affrontare ogni argomento più o meno...
Napoli e il suo linguaggio appartengono a tutto il mondo, sono stati veicolati dal teatro di De Filippo, dalla comicità di Totò e Troisi, dalla letteratura di Basile, dalla filosofia di Vico, dalla musica di Carosone, dal cinema della Loren... solo per citare qualche nome. Anche grazie a questa pletora di intellettuali, l`insulto napoletano risulta...
Non si è mai operata una seria e severa analisi sul bilancio delle istituzioni regionali, a cui parte del sistema politico intende trasferire altri, delicati, poteri. In questo agile volume Isaia Sales e Pietro Spirito ripercorrono le fasi storiche della contrapposizione tra centralismo ed autonomie, fino a giungere alla svolta della riforma del titolo V,...
«Non ho sete che di gioia, di luce, d’amore. E tutto questo non c’è, fra le carte. Scrivere, è uguale al canto raccolto e disperato del mare, nelle insenature segrete. È il rifugio triste, non è la vita. Vorrei essere dove voi tutti siete.»
«Se i lettori e gli studiosi di Ortese possono ricavare dalla lettura dell’epistolario preziose informazioni...
Cosa fu la rivolta del 1647-48 nel Regno di Napoli? Non una pura esplosione di collera popolare, ma una delle “sei rivoluzioni contemporanee”, come fu percepita negli anni ’40 del Seicento, insieme a quella catalana, la secessione portoghese, la rivoluzione inglese, i moti siciliani, la Fronda francese: tutti segni di un mondo “fuori squadra”. Non fu una...
Milano, 1845, in 16°, leg. mz pelle con tit. su tassello e fregi in oro al ds., pp. 285, ultime pagine relative all`indice con numerazione erronea, qualche lieve gora al taglio delle ultime carte, piccola menda alla cerniera inferiore posteriore. Traduzione di Japoco D`oria. Tipogragia Guglielmini.
Prezzo100,00 €
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“I versi di Si cucine cumme vogl‘i‘, Eduardo cominciò a scriverli molto tempo fa, a metà degli anni sessanta. In genere gli piaceva leggere, a me e a qualche amico, poesie e commedie man mano che le andava buttando giù, e chi era stato scelto come ascoltatore veniva conquistato dal suo humor e profondità di pensiero e anche dalla sua voce incomparabile e dalla teatralità della lettura.” Eppure, questo poemetto gastronomico, la moglie Isabella non lo conosceva. Gliene parlava spesso, per lui era un lavoro faticoso: “Non è un libro di cucina con le ricette”, diceva, “perciò è difficile”. L’ha letto dopo la sua morte e le è sembrato affascinante tanto da pensare di farne lo spunto per descrivere i piatti preferiti dal grande commediografo, la cucina povera che tanto amava. “Le quartine elencano pietanze conosciute e amate fin dall’infanzia e come per magia riescono a renderne lo spirito antico e misterioso.” Dalla ricostruzione delle ricette e dal racconto della moglie Isabella esce un ritratto poco noto di Eduardo, “un lato assai simpatico della sua personalità: allegro, creativo, solare. Era, sì, goloso, ma senza sfrenatezza. Non dimenticava mai di essere nato povero. Nel suo modo di cucinare e in quello di mangiare sia in solitudine che in compagnia non c’era niente di sciatto o casuale, al contrario sottintendeva un rituale puntiglioso attraverso cui cercare di creare un’armonia di sapori primigeni in cucina, e a tavola una comunione di piacere nell’atto vitale di sostentarsi.”