Virgilio e Palazzo Donn’Anna, il Munaciello e il Diavolo di Mergellina, il Cristo velato e altre storie: quindici racconti che ripercorrono luoghi, personaggi ed episodi napoletani, senza rinunciare all’amabile capacità di credere ancora al meraviglioso e al fantastico. Lo sguardo curioso e appassionato di Matilde Serao sconfina nella mitologia, insegue...
Con splendide illustrazioni a colori e ingegnosi elementi interattivi progettati dal pluripremiato studio MinaLima, questa straordinaria edizione del terzo libro della saga di Harry Potter stupirà e incanterà i lettori di tutte le età. Per dodici lunghi anni, la spaventosa fortezza di Azkaban ha racchiuso un famigerato prigioniero chiamato Sirius Black....
In un flusso di emozioni che attingono dalla malinconia, dal sorriso, dall’onirico e dalla realtà asciutta e tagliente, Ersilia Saffiotti riavvolge le sue proprie storie di donna alla ricerca di sé,
del proprio angelo custode, scugnizzo come lei, e della sua napoletanità impastata di carne e di levità. La vita irrompe attraverso Màriam, riconosciuta in...
Il giardino è il luogo dove l`uomo cerca di ritrovare il paradiso terrestre, l`armonia perduta con la natura. Non a caso paradiso, in molte culture, è sinonimo di giardino e nelle descrizioni di tutti i tempi questo termine evoca la bellezza e il fascino di un luogo. Il giardino è un frammento del mondo, dove il committente riflette la sua personalità, i...
Questo libricino, tra ironia e verità, esplora letteratura e cultura pop per aiutare chi legge a riconoscere il Sarratore di turno, perfetto sulla carta, ma puntualmente un disastro nella vita reale.
Quel che resta di una storia bene raccontata non è quasi mai l`eroe protagonista, ma più spesso quel particolare personaggio che corrisponde al tipo che...
SI CUCINE CUMME VOGLI`I`... LA CUCINA POVERA DI EDUARDO DE FILIPPO RACCONTATA DALLA MOGLIE ISABELLA
9788867534425
LIB 1872566
QUARANTOTTI DE FILIPPO ISABELLA
GUIDO TOMMASI EDITORE-DATANOVA
PAROLE IN PENTOLA
“I versi di Si cucine cumme vogl‘i‘, Eduardo cominciò a scriverli molto tempo fa, a metà degli anni sessanta. In genere gli piaceva leggere, a me e a qualche amico, poesie e commedie man mano che le andava buttando giù, e chi era stato scelto come ascoltatore veniva conquistato dal suo humor e profondità di pensiero e anche dalla sua voce incomparabile e dalla teatralità della lettura.” Eppure, questo poemetto gastronomico, la moglie Isabella non lo conosceva. Gliene parlava spesso, per lui era un lavoro faticoso: “Non è un libro di cucina con le ricette”, diceva, “perciò è difficile”. L’ha letto dopo la sua morte e le è sembrato affascinante tanto da pensare di farne lo spunto per descrivere i piatti preferiti dal grande commediografo, la cucina povera che tanto amava. “Le quartine elencano pietanze conosciute e amate fin dall’infanzia e come per magia riescono a renderne lo spirito antico e misterioso.” Dalla ricostruzione delle ricette e dal racconto della moglie Isabella esce un ritratto poco noto di Eduardo, “un lato assai simpatico della sua personalità: allegro, creativo, solare. Era, sì, goloso, ma senza sfrenatezza. Non dimenticava mai di essere nato povero. Nel suo modo di cucinare e in quello di mangiare sia in solitudine che in compagnia non c’era niente di sciatto o casuale, al contrario sottintendeva un rituale puntiglioso attraverso cui cercare di creare un’armonia di sapori primigeni in cucina, e a tavola una comunione di piacere nell’atto vitale di sostentarsi.”
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“I versi di Si cucine cumme vogl‘i‘, Eduardo cominciò a scriverli molto tempo fa, a metà degli anni sessanta. In genere gli piaceva leggere, a me e a qualche amico, poesie e commedie man mano che le andava buttando giù, e chi era stato scelto come ascoltatore veniva conquistato dal suo humor e profondità di pensiero e anche dalla sua voce incomparabile e dalla teatralità della lettura.” Eppure, questo poemetto gastronomico, la moglie Isabella non lo conosceva. Gliene parlava spesso, per lui era un lavoro faticoso: “Non è un libro di cucina con le ricette”, diceva, “perciò è difficile”. L’ha letto dopo la sua morte e le è sembrato affascinante tanto da pensare di farne lo spunto per descrivere i piatti preferiti dal grande commediografo, la cucina povera che tanto amava. “Le quartine elencano pietanze conosciute e amate fin dall’infanzia e come per magia riescono a renderne lo spirito antico e misterioso.” Dalla ricostruzione delle ricette e dal racconto della moglie Isabella esce un ritratto poco noto di Eduardo, “un lato assai simpatico della sua personalità: allegro, creativo, solare. Era, sì, goloso, ma senza sfrenatezza. Non dimenticava mai di essere nato povero. Nel suo modo di cucinare e in quello di mangiare sia in solitudine che in compagnia non c’era niente di sciatto o casuale, al contrario sottintendeva un rituale puntiglioso attraverso cui cercare di creare un’armonia di sapori primigeni in cucina, e a tavola una comunione di piacere nell’atto vitale di sostentarsi.”
"Se potessi, ti regalerei Napoli. Te la metterei in borsa prima di augurarti buon viaggio e salutarti dicendoti: «Portala con te, usala quando ti serve, dalla a chi ne ha bisogno». Ma io stesso non so cosa sia. Esiste un autentico spirito napoletano? Cosa la rende diversa da tutto ciò che hai visto prima d’ora?" Per rispondere a questa domanda, Ciro...
"Il genio creativo di Vanvitelli viene raccontato al grande pubblico dalla mostra Visioni. Non a caso una mostra fotografica: l`inquadratura è protagonista nell`opera vanvitelliana". [Tiziana Maffei, Direttore della Reggia di Caserta] "Visioni racconta l`opera, il genio creativo e l`ingegno illuminato di Luigi Vanvitelli attraverso gli sguardi di Luciano...
"Terraneo" reinventa il mito del Mediterraneo e dei suoi popoli. Racconta di un`isola leggendaria - disegnata come il calco esatto del mare nostro - e ci conduce attraverso le regioni e le città costiere, presentando le storie delle sue genti: finisce così per indagare i desideri, la determinazione e le paure degli uomini, in lotta costante con quel mare...
Questo libricino, tra ironia e verità, esplora letteratura e cultura pop per aiutare chi legge a riconoscere il Sarratore di turno, perfetto sulla carta, ma puntualmente un disastro nella vita reale.
Quel che resta di una storia bene raccontata non è quasi mai l`eroe protagonista, ma più spesso quel particolare personaggio che corrisponde al tipo che...
« Dopo il successo di Club Godo – Una cartografia del piacere, mi è sembrato naturale creare un set di carte da usare come ‘spunti di dialogo’ per integrare il mio metodo e rendere la vostra esperienza ancora più completa a livello spirituale. » Jüne Plã
Nella coppia la comunicazione è tutto! Con queste carte, potrete affrontare ogni argomento più o meno...
Tra i tanti estimatori, anche Ferdinando IV di Borbone, amava molto il gioco del Riversino. L`origine di queste carte è molto incerta, ma potrebbero essere apparse in Italia ancor prima che a Barcellona e in Francia, dove il gioco era molto diffuso tra XVII e XVIII. La riscoperta del Riversino fa parte di un percorso avviato da Candida Carrino...
Cosa fu la rivolta del 1647-48 nel Regno di Napoli? Non una pura esplosione di collera popolare, ma una delle “sei rivoluzioni contemporanee”, come fu percepita negli anni ’40 del Seicento, insieme a quella catalana, la secessione portoghese, la rivoluzione inglese, i moti siciliani, la Fronda francese: tutti segni di un mondo “fuori squadra”. Non fu una...
"La Diana" è stata la più importante rivista letteraria del Novecento a Napoli. Fondata e diretta da Gherardo Marone, ebbe vita dal 1915 al 1917 e vide tra i suoi collaboratori, tra gli altri, Giuseppe Ungaretti, Benedetto Croce, Filippo Tommaso Marinetti, Tristan Tzara, Miguel de Unamuno, Carlo Carrà, Margherita Sarfatti, Enrico Pea, Giovanni Papini,...
La storia del napoletano è lunga e ampia: le opere disponibili vanno dalla fine del XIII secolo fino a oggi e coprono diverse tipologie testuali, dai poemi alle canzoni, dalle fiabe ai proverbi. Dopo aver radunato quasi duemila fonti e oltre cento vocabolari del napoletano e dei dialetti campani, un gruppo di studiosi ha iniziato a compilare il Dizionario...
Ora gioiosa, ora malinconica, libera, solare, Daphne sorge dalle acque notturne dell`Averno infernale e giunge a Giannatale come un dono vesuviano che lui non aspettava più. E sotto i passi danzanti della giovane archeologa, tutta la polvere del passato, tutte le pesantezze del quotidiano volano via come per incanto, nella sublime armonia che gli amanti...
Continuare a raccontare la Resistenza è importante. Soprattutto da quando la rivoluzione tecnologica e delle comunicazioni ci ha proiettati in una sorta di “Dopoguerra Infinito”. E proprio nella precarietà del nostro presente, schiacciato da continue minacce – guerre internazionali, contrasti interni – siamo continuamente chiamati a “resistere”, per...
Siamo in genere abituati ad associare il Rinascimento alla valorizzazione e alla ripresa della cultura classica, all’esaltazione dello spirito razionale, al principio dell’ordine. Ma il periodo compreso fra la crisi del Medioevo e la genesi dell’età barocca ha mostrato anche un altro volto: quello del Controrinascimentro, che nasce e si sviluppa dentro la...
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“I versi di Si cucine cumme vogl‘i‘, Eduardo cominciò a scriverli molto tempo fa, a metà degli anni sessanta. In genere gli piaceva leggere, a me e a qualche amico, poesie e commedie man mano che le andava buttando giù, e chi era stato scelto come ascoltatore veniva conquistato dal suo humor e profondità di pensiero e anche dalla sua voce incomparabile e dalla teatralità della lettura.” Eppure, questo poemetto gastronomico, la moglie Isabella non lo conosceva. Gliene parlava spesso, per lui era un lavoro faticoso: “Non è un libro di cucina con le ricette”, diceva, “perciò è difficile”. L’ha letto dopo la sua morte e le è sembrato affascinante tanto da pensare di farne lo spunto per descrivere i piatti preferiti dal grande commediografo, la cucina povera che tanto amava. “Le quartine elencano pietanze conosciute e amate fin dall’infanzia e come per magia riescono a renderne lo spirito antico e misterioso.” Dalla ricostruzione delle ricette e dal racconto della moglie Isabella esce un ritratto poco noto di Eduardo, “un lato assai simpatico della sua personalità: allegro, creativo, solare. Era, sì, goloso, ma senza sfrenatezza. Non dimenticava mai di essere nato povero. Nel suo modo di cucinare e in quello di mangiare sia in solitudine che in compagnia non c’era niente di sciatto o casuale, al contrario sottintendeva un rituale puntiglioso attraverso cui cercare di creare un’armonia di sapori primigeni in cucina, e a tavola una comunione di piacere nell’atto vitale di sostentarsi.”